Mi sono chiesta come abbia potuto sopportare per molto tempo la sua natura, il suo carattere e anche la sua limitata visione della vita. Mi sono vista cambiare, capendo che il linguaggio è legato e limitato alla comprensione delle cose. Che si può soffrire molto quando ti mettono in gabbia, e a farlo è chi neppure capisce quanto capisci tu. Mi sto chiedendo se è sempre la sofferenza a dover accompagnare un cammino. Cosa si debba fare per poterne uscire fuori, e se il rispetto per gli altri debba penalizzare l'intelligenza, e fino a che punto può farlo. Mi dico che davvero ci sono tempi diversi, un tempo giusto per ogni cosa e forse si allungano a causa degli uomini, mentre Dio vorrebbe farci volare. Quanta invidia! E quanto desiderio di primeggiare, ottenere, avere!
Mi sto chiedendo se è giusto sentire ancora una volta il mio cuore compresso in quel modo, fino a sentirti mancare il fiato. E quanto possa ancora permetterlo. Se è Dio a volerlo oppure io. O sono gli uomini, sciocchi uomini a non ascoltare e capire.
Mi chiedo se son ancora disposta a vivere nei limiti che io stessa non posseggo...e per quanto debba farlo...forse devo metabolizzare, semplicemente, che è tempo di uscirne...
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