domenica 13 settembre 2015

Un vera storia in questo pasticcio di racconto...


Lontano lontano, come un puntino in un cielo immenso, c'è tutto racchiuso, e in quella parte di mondo ci sono sensazioni precise, silenziose (ché di silenzio ho fatto il pieno), come di tutta la stupidità di quella presunzione che non porta da nessuna parte, aggrovigliata come un gomitolo da dipanare!
Impari, ed io l'ho fatto, a non bramare, a fermare i pensieri per capire se davvero ne vale la pena e lo vuoi. Se vuoi quella nuova vita che, forse, non avrà niente da offrirti, neppure la passione e la voglia di vivere. Ti fidi di Dio e basta.
Resto un pungolo che continua a ferirti un fianco e lo fa sanguinare. Resto dentro, come chi per forza di cose va allontanata perché non esiste alternativa. E poi si aggiunge tutto il resto, quasi bello, come tutte le cose belle di cui nemmeno sei sicuro potranno  renderti felice davvero. E ti fai forte di una mezza risposta che non sai se te l'ha data Lui o è solo un'abbaglio. O forse ti convinci che sì, te l'ha data proprio Dio. E allora ti lasci andare e per un po' credi anche di essere felice, o forse sereno, appagato. Hai costruito un sogno, lo hai decorato e delineato con dettagli che ti fanno sognare ma sei solo lo stesso, sul filo del dubbio. E lontano lontano si vede tutto questo, io lo vedo, lo sento. Sono troppo viscerale, ho le antenne che sono diventate sempre più sensibili e in più non mi fido delle apparenze, delle parole e di quel che sembra andare a meraviglia.
Ti fidi di me?
Quante volte è stato detto?
Eppure il Titanic è affondato e chi l'ha detto è morto.
Sento, vedo lontano con una vista aguzza che seppur sembrerebbe ridicolo che l'abbia proprio io, ha stupito perfino chi mi ha vista leggere un libriccino piccolissimo, che stava in una mano, senza occhiali. Eppure erano la mia debolezza i miei occhi, lo sai no?
Che ne sai allora del domani? Del bello che resta bello, del brutto che resterà brutto, e di questa costruzione senza Dio?
Dimmi: "Non hai paura?"...

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