E penso a me, al mio mondo interiore, e in qualche modo torno indietro con la mente e vado avanti nella speranza. Resto lì, davanti a Dio e ci parlo. Gli chiedo. I "perché" si susseguono e i "come devo fare" sono una conseguenza.
Poi arriva una telefonata, a sorpresa. Finisce e mi trovo ancora davanti a Lui che mi parla. Mi dice: "E' la risposta che cercavi?"
Mi rendo conto che sono un po' insensibile, cerco chissà che e non mi rendo conto di come in realtà le risposte arrivino a raffica. Ci rifletto.
Sì è una risposta. Non esistono coincidenze.
Lui mi ricorda di non guardare all'apparenza. La verità ha sempre una faccia diversa. Vorrei toccarla, invece.
Mi rendo conto di quanto autentica sia la mia vita. Anche la sofferenza, ma la gioia ancora di più. La gioia di "essere" è imparagonabile a qualsiasi altra forma di gioia.
Per un attimo guardo all'apparenza delle cose e si mostra una breccia, dentro la quale scorgere altro. E ci sono risposte. Risposte che sono certamente, l'unica verità!
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