Deve essere difficile, certamente. L'attesa è terribile quando il cuore ha le proprie reali necessità di essere coccolato, amato, accudito, privilegiato. Però la vita è fatta di scelte, anche se dolorose.
Nell'ascoltare ed osservare mi rendo conto che ci si perde di più accettando certi surrogati di quel che avremmo davvero desiderato, piuttosto che la solitudine. Ci si rende conto di questo ad un certo punto. Chissà per quale ragione, deve scattare la molla. Il fatto di toccare il fondo è di regola il motivo principale.
Però ce ne sono altri. E sono certi bilanci che l'uomo fa, il riempire quei vuoti, che, a volte, diventano crateri.
In qualche modo c'entra anche il non essersi mai davvero ritrovati. L'essere sganciati dalla propria reale identità, qualche volta neppure matura e formata. Il fatto di sapere distinguere anche quello che ci passa dentro è questione di conoscersi e a volte trovarsi. Oltre che la continua ricerca dell'essere. Essere. Ma "avere" predomina in qualche modo quasi sempre. Essere costa troppo, anche rinunce inaudite.
Così deve accadere qualcosa di preciso. I primi sentori di disagio non bastano. Meglio accantonarli piuttosto che rivivere la solitudine e non poter ascoltare i "ti amo", ché poi l'amore è qualcosa di immensamente grande. Definito e per sempre.
Ma non è l'uomo che può aprire gli occhi ...lo può fare solo Dio...
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