Mi prende il dolore e annaspo.
Vedo tutto il male intorno, l'irrisolto, il disamore e non posso che piangere.
E non è per la mia vita. Non è questo che mi sconvolge.
Quante cose restano dentro!
Mostri che divorano l'anima. La loro.
Tutta la finzione, quel mostrare, quel sentire che non corrisponde all'intera verità.
Fa male dentro, guardare in faccia la verità che si mostra cruda, denudata anche dei veli di seduzione che possono nascondere e accecare.
Mi scorrono davanti immagini e persone. E per un attimo trattengo un urlo, un grido.
Sensibile. Lo sono.
Ma forte fino a dare la vita per le cose in cui credo.
Mi barcameno in questo mondo di apparenza. E aspetto.
Possono confinare il mio mondo nel più piccolo dei luoghi e non cambia la mia essenza.
Si può fingere di andare oltre, prendendo a mani piene quel che giunge come fosse la salvezza, ma non cambia la sostanza delle cose.
E tutta la povertà, le parole, gli sprechi che giungono come fossero verità, escono in una lacrima dal mio cuore...
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