Lo guardo dritto negli occhi e gli chiedo come si faccia a dimenticare. Come si fa a lasciare quello che si è conosciuto per rincorrere cose senza valore, che ti consumano e ti abbruttiscono, anche se hanno l'apparenza di amore, denaro, soddisfazione di sé e successo. Mi risponde che può accadere e di come poi nel cuore, lentamente, si formi una voragine, un vuoto incolmabile.
Ho i brividi mentre immagino come sia grande quel vuoto e orribile il risveglio da quella condizione. Che nasce come fosse lecita ma ti consuma. In fondo, mi dice, è ribellione contro Dio!
Lasci la Sua mano e cominci a camminare da solo.
Ma non sentivi freddo, non sentivi il gelo nel cuore?
Quale amore umano può colmare quello di Dio?
Immagino e tremo.
No, non potrei rincorrere chi corre troppo forte. Ho bisogno di capire, contemplare.
Ho bisogno di sentire intensamente il Suo abbraccio.
Niente vale più di questo...
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